2012.11.10 Perchè scaliamo le vette più alte
Permettetemi qualche riflessione su un fatto che ha segnato la vita di una sezione del Club Alpino Italiano … Quando ad agosto mi è stata comunicata questa bella notizia, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata una frase di George Mallory. Per chi non lo sapesse, Mallory era un’alpinista inglese che all’inizio del secolo scorso fece parte delle prime tre spedizioni inglesi che tentarono la prima ascensione all’Everest, alla domanda sul perché volesse scalare la montagna più alta del pianeta, la sua risposta fu semplicemente “Perché è lì …”. Secondo me questa frase rappresenta un po’ tutte le persone che “dell’andar pei monti” ne fanno una passione o una ragione di vita e racchiude nella sua semplicità lo spirito di tutti, i più bravi e i meno bravi, che da soli o in compagnia sono spinti da quel “non so che” verso luoghi più o meno remoti nella maniera che più gli piace. Naturalisti, scienziati, viaggiatori e alpinisti si sono alternati camminando e arrampicandosi sulla maggior parte di questi luoghi che identifichiamo nelle cime delle montagne per conoscerle, capirle, mai per sfidarle, forse anche per cercare qualcosa , nella gioia della fatica , che dia un senso alla vita e a se stessi nell’immensità dei paesaggi verticali. Li hanno definiti in tanti modi,da pazzi a “conquistatori dell’inutile”,ma non c’è nulla da fare,quando la montagna chiama l’unico rimedio è partire. Pur consapevole del fatto certo che non basta una vita per raggiungere tutti i posti che desidera vedere, l’uomo di fronte a questa tremenda realtà, ha cercato comunque di darsi dei traguardi, inventandosi quelle che sono delle vere e proprie liste. Allora sappiamo benissimo che ci sono, ad esempio, i quattordici “ottomila”,le montagne che superano gli 8000 metri, le “Seven Summits” (le sette cime più alte per ogni continente) e anche sulle nostre Alpi esiste una di queste classifiche che è rappresentata dalle ottantadue vette che superano i 4000 metri. Per ogni lista c’è anche una classifica degli alpinisti che hanno scalato queste vette, quindi sappiamo che Messner ha salito per primo tutti gli Ottomila in puro stile alpino e senza l’ausilio di ossigeno, per le Seven Summits c’è una contesa tra due alpinisti meno noti, l’americano Dick Bass e il canadese Pat Morrow. Per i quattromila delle Alpi invece il discorso è un po’ più complicato, essendo stilata la lista ufficiale solo nel 1993,con certezza non si sa chi per primo ha scalato tutte le cime prima del varo dell’elenco riconosciuto dall’UIAA. Questo è un particolare che potevamo tralasciare, ma di certo non passa inosservato il fatto che abbiamo il piacere e l’onore di conoscere l’ultimo di questi alpinisti. La bella notizia era che Luigi Farnelli, nostro socio e tesoriere, aveva “finito” di scalare tutti i 4000! Anche per questo sabato 10 novembre si è tenuta l’annuale cena sociale della sezione di Varzo del Club Alpino Italiano. Ci tenevo a ringraziare ancora tutti quanti hanno risposto all’invito trascorrendo così qualche ora in compagnia con gli inevitabili discorsi sulle imprese alpinistiche proprie e degli altri. Tutti fieri e orgogliosi di Luigi durante la cena, a sua insaputa, preparavamo la premiazione con l’ambito riconoscimento sezionale della piccozza d’oro per meriti alpinistici, onorificenza che prima di lui in sezione era toccata solo a Renzo Maiocchi (meriti sezionali) e ad Aldo Del Pedro Pera (100° ascensione al Monte Leone) celebrando così la sua impresa di aver scalato tutti e ottantadue i 4000 delle Alpi, con il particolare molto rilevante che attualmente è il più giovane italiano e il secondo in campo internazionale. Durante la premiazione , Luigi continuava a ringraziare anche il suo maestro e compagno di cordata Rinaldo “Geo” Dell’Ava “Senza di lui non sarei andato da nessuna parte!” diceva e a ricordare che Mauro è solo ad un passo dal suo stesso traguardo. Personalmente in quell’occasione avrei voluto spendere qualche parola in più durante la premiazione ma a volte non sono ancora abituato alla mia nuova carica da presidente rendendomi conto che mi trovo più a mio agio scrivendo su un foglio piuttosto che a parlare di fronte alle persone, nonostante che si era tutti tra amici. Mi scuso se a volte sono stato ripetitivo scrivendo fatti già riferiti dalla signora Lisanna Cuccini ma fedele al mio motto “meglio tardi che mai!” spero comunque che apprezzerete. Grazie ancora Luigi,ora aspettiamo Mauro e aspettiamo che gli altri Yeti nascosti in paese crescano prendendo voi come esempio. Grazie …
Il Presidente Massimo Mencarelli